Lavoro in Italia? I manager non ci credono più, meglio l’estero

Il lavoro in Italia? Una chimera. A esserne convinti non sono giovani studenti in attesa di prima occupazione ma dirigenti e quadri delle aziende lombarde.
INDAGINE DI ALDAI-FEDERMANAGER SU DIRIGENTI E QUADRI
Un’indagine promossa da Aldai-Federmanager mette in luce come solo il 33% dei manager intervistati, infatti, abbia aspettative positive sulle opportunità di lavoro in Italia. Se però viene chiesto un parere sulle possibilità di occupazione all’estero, le risposte cambiano completamente: il 79% del campione ritiene che esista la concreta possibilità di lavorare oltreconfine.
CLIMA DI SFIDUCIA GENERALE DIFFUSO, NON SOLO PER IL LAVORO
Più in generale, lo studio sembra evidenziare un clima diffuso di sfiducia nei confronti della situazione italiana, dal punto di vista economico ma anche sociale e del welfare. Pareri spesso, almeno in parte, condizionati dal fatto di operare in aziende in difficoltà: ben il 26% degli intervistati ammette infatti di dirigere realtà che stanno attraversando una fase negativa, a fronte di un 36% che opera in situazioni relativamente stabili.
Anche spostando lo sguardo al futuro, le cose non cambiano. Nei prossimi cinque anni il mercato domestico subirà un’ulteriore contrazione per il 36% degli intervistati, mentre per il 52% quello estero continuerà a crescere. Tra le cause principali di questo scenario a tinte decisamente fosche, come sempre ci sono anche fisco e burocrazia, oltre all’annosa questione della mancanza endemica di meritocrazia.
FISCO E BUROCRAZIA SUL BANCO DEGLI IMPUTATI
«Per tornare ad essere un paese competitivo, l’Italia deve premiare merito e competenze e rivedere il sistema fiscale che grava in modo abnorme su chi, come i dirigenti, ricopre grandi responsabilità e dichiara redditi più elevati», sottolinea Romano Ambrogi, presidente Aldai-Federmanager, secondo cui «fare il manager in Italia è più difficile e faticoso che negli altri paesi europei, specie a causa della burocrazia. Basti pensare che nella penisola abbiamo oltre 150mila leggi, contro le poche migliaia dei principali partner in Europa».
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